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Scoprire la celiachia a 36 anni

Oggi ho incontrato per la prima volta le Anti Transglutaminasi: un anonimo valore fuori scala in una lunga lista di analisi del sangue.

Anti Transglutaminasi IgA >200 (maggiore di 200)
Il valore di riferimento è 10:

minore di 10 bene, maggiore di 10 male
… e >200?

Oggi ho cercato su Google (lo so che non si dovrebbe fare, ma ci casco sempre): Antitransglutaminasi.
E subito dopo: Celiachia

Pur avendo amici celiaci, sentendone spesso parlare, pur avendo (addirittura!) una pasticceria per celiaci di fronte a casa, no: non ero mai stata così tanto curiosa da approfondire l’argomento. Così in pochi minuti, complici un paio di ricerche sul web, esaurisco i primi convenevoli con questa strana “signora” che probabilmente da oggi mi accompagnerà per tutta la vita.

L’informazione base è: la celiachia non è un’allergia qualunque e tantomeno un capriccio di ossessionati del mangiare sano ma è una malattia. La celiachia è una malattia autoimmune.

Il mio corpo riconosce il glutine che ingerisco (contenuto in gran parte di quello che mangio: pane, pasta, pizza) come nemico e crea anticorpi per combatterlo. E io in questi anticorpi (le Anti Transglutaminasi) ci sto affogando (ecco cosa significa >200!).

Ma pensa.

Sul foglio degli esami di laboratorio il valore passa quasi inosservato, non lo noto subito perché non ha l’asterisco come in genere tutti i valori un po’ “sballati”. Devo rileggere più volte quel >200 per rendermi conto che c’è qualcosa di strano; e poi mi accorgo di un doppio POSITIVO.

Anti Endomisio IgA e Anti Endomisio IgG dovrebbero essere NEGATIVI.

Mando una foto dello schermo con le analisi a mia sorella Laura – pediatra – su whatsapp, a quest’ora di solito visita… mi risponderà stasera. Invece il telefono squilla quasi subito…

Laura:
“Vale, ok stai tranquilla, non ti preoccupare…”

 

Approfondimento: cos’è la celiachia

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine. Il glutine è il fattore scatenante della malattia celiaca. È la componente proteica che si trova nel frumento (quello che comunemente è chiamato “grano”) ed in altri cereali, ad esempio farro, orzo, segale, avena, kamut (grano egiziano), spelta, triticale, bulgur (grano cotto), malto, greunkern (grano greco) e seitan (alimento ricavato dal glutine).

Eliminare il glutine dalla propria dieta permette al celiaco di condurre una vita serena ed in salute. La dieta priva di glutine è infatti l’unica terapia possibile. È questa l’unica cura della celiachia.

Facciamo un passo indietro. La celiachia è una patologia autoimmune ed è anche chiamata morbo celiaco, enteropatia immuno-mediata, sprue celiaca o enteropatia glutine-sensibile. “Enteropatia” significa malattia dell’intestino. È infatti l’intestino del celiaco che non riesce ad assimilare il glutine, che quindi viene considerato un agente tossico.

Nel celiaco ingerire glutine attiva in maniera anomala il sistema immunitario che risponde rifiutando il glutine e danneggiando quindi l’intestino.
Le pareti dell’intestino (ossia la mucosa) sono formate da miliardi di villi, piccole strutture sottili e allungate che formano tra di loro delle anse. Questa particolare conformazione permette l’assorbimento delle sostanze nutritive.

Nei celiaci la reazione della mucosa intestinale appiattisce queste anse e causa quindi malassorbimento. Si dice infatti che i villi si “atrofizzano”, ossia la mucosa si appiattisce e non fa più il suo lavoro di assimilazione dei nutrienti (ferro e altri minerali, vitamine, zuccheri, proteine, grassi, etc).

Da: www.celiachiamo.com

 

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