Il cuore della dieta senza glutine per un celiaco non è tanto l’eliminazione o sostituzione degli alimenti principali: pane, pizza, pasta ecc. quanto l’imparare a gestire le contaminazioni, in casa e, soprattutto, fuori casa.
Immagino che con il tempo diventerà una specie di riflesso incondizionato ma nei primi mesi sarà un costante esercizio di attenzione, osservazione, precisione e anche -sicuramente- fiducia negli altri.
Esiste un intero mondo di cibi naturalmente senza glutine, a partire da tutta la frutta, tutte la verdure, la carne e i latticini.
Tutti questi cibi possono essere consumati tranquillamente dai celiaci a meno che non entrino in qualche maniera (in cucina, durante le preparazioni, o a tavola durante i pasti) in contatto con quantità anche minime di glutine.
La soglia massima di assunzione giornaliera di glutine per un celiaco è di 10mg.
Approfondimento: Cosa sono le contaminazioni?
Si definisce contaminazione accidentale l’aggiunta involontaria di glutine al prodotto alimentare che ne è privo, a causa di eventi accidentali e non voluti e, pertanto, non controllabili. Solitamente le contaminazioni accidentali determinano la presenza di tracce di glutine nel prodotto alimentare pronto al consumo, in quantitativi al limite della rilevabilità strumentale (ppm o ppb[2]). Le contaminazioni accidentali possono essere distinte in:
-contaminazioni crociate (cross-contamination), definite come le possibili contaminazioni dovute agli “incroci” del prodotto senza glutine con quello con glutine lungo tutta la filiera di produzione, dalla raccolta delle materie prime fino alla consegna dell’alimento impacchettato o sfuso al consumatore.
-contaminazioni ambientali, definite come le possibili contaminazioni dovute a non corretti comportamenti ad esempio da parte dei consumatori durante la conservazione e la preparazione domestica o della ristorazione collettiva, per comportamenti sbagliati e condizioni ambientali non sotto controllo.
Da: www.celiachia.it
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